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Il Trovatore

OPERA ОПЕРЫ OPÉRAS > OPERE IN ITALIANO

testo completo dei quattro atti
con riassunto di ogni atto

Il Trovatore
Dramma in quattro atti
Libretto di S. Cammarano
Musica di Giuseppe Verdi
(1813 - 1901)

EAN: 9788888278070
Prima rappresentazione
Roma - Teatro Apollo
19 Gennaio 1853

108 pagine - Formato 12 x 21
Disegno di copertina di Felice Naalin

Prezzo € 5,00

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La Feltrinelli
   libreriauniversitaria


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PERSONAGGI

Il Conte di Luna
..... ..Baritono
Leonora ................ ...
Soprano
Azucena ...................
Mezzosoprano
Manrico ....................Tenore
Ferrando..................
Basso profondo
Ines...................... ..
Soprano
Ruiz
.........................Tenore
Un vecchio zingaro ..
Basso
Un messo ....... .........Tenore
Compagne di Leonora
e Religiose,
Familiari del Conte,
Uomini d’arme,
Zingari e Zingare.


L'avvenimento ha luogo parte
in Biscaglia, parte in Aragona.
L’azione si svolge agli inizi del XVº secolo

PRIMO ATTO



La scena si svolge nell’atrio del palazzo dell’Aliaferia, dove alcuni uomini stanno ascoltando Ferrando, Capitano delle Guardie del Conte di Luna. Il Capitano racconta la storia di Garzia, fratello del Conte, che all’epoca in cui era neonato, era stato rapito da una zingara. La madre della zingara, essendo stata sorpresa presso la culla del bimbo in atteggiamento sospetto, venne accusata di stregoneria e fu arsa sul rogo. Poco tempo dopo, nello stesso luogo, furono trovati, tra le ceneri ancora calde, frammenti di ossa di bambino. I presenti, colpiti dalla cruenza dei fatti narrati, pervasi da orrore e dalla superstizione maledicono la donna malvagia.

Siamo nei giardini del palazzo dove Leonora conversando con Ines, le confida di essere innamorata di Manrico, il quale un giorno, durante lo svolgimento di un torneo cavalleresco, si era coraggiosamente battuto per lei. Poi la guerra tra la fazione del Conte di Luna e quella di Manrico aveva inevitabilmente diviso i due innamorati.
Giunge il Conte di Luna con l’intenzione di dichiarare i suoi sentimenti a Leonora ma da lontano giungono il suoni del liuto di Manrico, e lui, colpito da violenta gelosia si copre con il mantello per non farsi riconoscere da Leonora che, credendolo Manrico, gli corre incontro pronunciando appassionate frasi d’amore. In quel mentre entra Manrico che, undendo le frasi di Leonora si sente tradito. Leonora, resasi conto dell’equivoco, cerca di spiegarlo a Manrico, ma il Conte lancia una sfida a Manrico, suo nemico sia come rivale in amore che come seguace dell’opposta fazione. Inutilmente Leonora supplica il Conte affinche desista dalla sfida. I due contendenti si allontanano con le rispettive spade guainate mentre Leonora cade a terra svenuta.



SECONDO ATTO


La scena si svolge su una montagna della Biscaglia, ai primi albori, in un povero abituro dove sul fondo arde un gran fuoco. Azucena, seduta accanto al fuoco racconta al figlio Manrico che le è disteso accanto, avvolto nel suo mantello e ferito a causa del duello con il Conte, come sua madre, incolpata ingiustamente di stregoneria, venne condannata al rogo dal padre del Conte di Luna. Lei, Azucena, aveva in quel momento giurato di vendicare la madre e, accecata dall’odio, rapì il figlio del Conte gettandolo nelle fiamme. Ma, riacquistata la ragione, si era però accorta di aver gettato nel fuoco il figlioletto e non il figlio del Conte. Di suo figlio erano i resti di ossa trovati. Manrico chiede a questo punto ad Azucena chi sia lui, ma la zingara tergiversa e risponde in modo evasivo ricordandogli di averlo sempre amato come un figlio e rimproverandolo di non aver finito il Conte nel duello facendosi fermare da un moto di pietà. Manrico le confessa che una forza sconosciuta lo aveva fermato.
Giunge nel frattempo Ruiz portando la notizia che Castellor è stata conquistata dalle forze del Conte e che Leonora credendolo morto vuol prendere i voti e farsi suora, chiudendosi in un convento.Manrico, appresa la notizia, nonostante le ferite ancora doloranti e le suppliche di Azucena, parte per raggiungere Leonora.
Il Conte, non sentendosi vinto dagli eventi, con alcuni seguaci fidati entra nell’atrio del convento per rapire Leonora prima che possa prendere i voti ma, mentre stà per compiere la sua azione giunge Manrico con Ruiz e un gran numero di armati, riconquista Castellor respingendo il Conte ed i suoi uomini, quindi porta via con sé l’amata Leonora.


TERZO ATTO


Questa scena si svolge nell’accampamento del Conte di Luna, che continua ad assediare Castellor. Tormentato dal pensiero di Leonora tra le braccia del suo nemico medita di riconquistare la città e di riprendersi la donna.
Le sentinelle attorno all’accampamento hanno preso una zingara che si aggirava attorno al campo e Ferrando lo comunica al Conte. Si tratta di Azucena, che non avendo più avuto notizie di Manrico lo stava cercando dappertutto.
Ferrando riconosce nella voce della zingara la rapitrice del piccolo Garzia ed il Conte per ferire ed umiliare il suo rivale e per vendicare il fratello ucciso condanna Azucena al rogo.
Intanto a Castellor, sempre sotto l’assedio del Conte si stanno per celebrare le nozze tra Leonora e Manrico, quando entra Ruiz annunciando che nell’accampamento hanno preparato il rogo per Azucena. Manrico, appresa la feroce notizia, parte immediatamente con alcuni soldati per liberare la zingara.



QUARTO ATTO


La scena si svolge nel palazzo dell’Aliaferia, dove Manrico, catturato dagli uomini del Conte, è tenuto prigioniero insieme alla madre Azucena.
Leonora si reca nel palazzo per cercare di trovare il modo di salvare il suo amato. Entra il Conte con alcuni seguaci e comunica di aver deciso, per la prossima alba, di far decapitare il prigioniero e di far ardere sul rogo la zingara.
Leonora visto l’esito negativo delle sue ricerche per liberare Manrico, si rivolge al Conte e invocando la sua pietà, gettandosi ai suoi piedi, offre se stessa in cambio della vita di Manrico. Il Conte di Luna accetta, ma Leonora, non vista, beve il veleno contenuto nel suo anello. Leonora quindi si reca nel carcere dove Manrico e Azucena sono rinchiusi. Entra mentre Manrico tenta di rassicurare la madre dicendole che presto torneranno liberi. Leonora gli annuinzia la libertà ed indica la porta spalancata, ma Manrico comprende a quale prezzo è stata ottenuta la sua liberazione e rifiuta. Leonora, colpita dall’effetto letale del veleno cade tra le sue braccia morendo.
Il Conte di Luna, accecato dall’odio e dal dolore per la morte di Leonora ordina l’mmediata esecuzione di Manrico e solo a sentenza eseguita Azucena gli confessa di aver condannato ed ucciso suo fratello, aggiungendo che così ora, sua madre era stata finalmente vendicata.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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