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Un Ballo in Maschera

OPERA ОПЕРЫ OPÉRAS > OPERE IN ITALIANO

testo completo dei tre atti dell'opera
con iniziale breve riassunto di ogni atto

Un ballo in maschera
Melodramma in tre atti
Libretto di A. Somma
Musica di Giuseppe Verdi
(1813 - 1901)

Prima rappresentazione
Roma - Teatro Apollo
17 febbraio 1859

62 pagine - Formato 10,5 x 16
Disegno di copertina di Felice Naalin

Prezzo € 5,00






PERSONAGGI




Riccardo,

conte di Warwick ......................
Tenore
Renato,
suo segretario e sposo di Amelia.
Baritono
Amelia,

moglie di Renato .......................
Soprano
Ulrica,
zingara ....................................
Mezzosoprano
Oscar,

paggio.....................................
Soprano
Silvano

marinaio............................... ..
Basso
Samuel,
nemico del conte......................
Basso
Tom,

nemico del conte ......................
Basso
Giudice,
..................................Tenore
Servitore di Amelia, ..................
Tenore

Nobili - Deputati - Guardie
Seguaci di Horn e Ribbing
Marina - Popolani - Danzatori


La storia si svolge a Boston,
Massachussets, alla fine del 1700



INTRODUZIONE


Il Ballo in Maschera è un melodramma in tre atti composto da Giuseppe Verdi basandosi sul libretto di A. Somma, che venne rappresentato per la prima volta a Roma, Teatro Apollo, il 17
Febbraio 1859. Nella prima stesura il libretto, ispirandosi al Grand-Opéra Gustave II ou Le bal masque (libretto di Scribe per la musica di Auber, rappresentata la prima volta all’Opéra di Parigi nel febbraio 1833, metteva in scena l’assasinio del re di Svezia, ma la censura, prima a Napoli e poi a Roma, intervenne imponendo delle modifiche. Verdi si oppose ad accondiscendere alle pesanti richieste di modifiche fatte dalla censura Borbonica, ma acettando quelle di quella Romana, si rassegnò a cambiare il luogo degli avvenimenti ed a cambiare i personaggi. La scena si spostò da Stoccolma a Boston e re Gustavo divenne il conte Warwick, governatore del Massachuttes Così è diventata famosa l’Opera. Solo in rare occasioni viene interpretata nell’ambientazione originale, come avvenne a Copenaghen nel 1927 e a New York nel 1962, senza però riscuotere lo stesso successo della versione modificata






PRIMO ATTO


Riccardo, conte di Warwick, governatore inglese del Massachusetts, apre le udienze. Fra i presenti vi sono i nemici di Samuel e Tom che, insieme con i loro seguaci, meditano di ucciderlo. Il paggio Oscar porta a Riccardo la lista degli invitati a un ballo; questi, scorto tra gli altri il nome di Amelia di cui è segretamente innamorato, trasalisce.
Entra il creolo Renato, segretario e confidente di Riccardo, nonché il marito di Amelia, che lo mette in guardia da una congiura che si sta tramando nei suoi confronti, ma egli si mostra insensibile all’avvertimento. Ad un giudice che gli sottopone l’atto di condanna di un’indovina negra, Ulrica si mostra magnanimo e, convocati i presenti, dà appuntamento nell’abituro dell’indovina. Qui la maga, che sta invocando “re degli abissi”, viene interpellata dal marinaio Silvano a cui predice un futuro fortunato. Per l’esultanza di tutti, la profezia si avvera, poiché Riccardo aveva precedentemente messo nella tasca del marinaio denaro e un foglio di nomina ad ufficiale. Si fa avanti qundi un servo di Amelia a chiedere un colloquio privato per la sua padrona. Fatti allontanare tutti, Ulrica consiglia ad Amelia, che le chiede come liberarsi da una passione peccaminosa, di recarsi nel sinistro campo delle esecuzioni, ove potrà trovare l’erba che dà l’oblio; Riccardo, nascosto per udire il colloquio, gioisce al sapere che Amelia è innamorata di lui. Quindi travestito da pescatore, si presenta alla maga che riconosce nella sua la mano di un nobile condottiero, ma rifiuta di proclamare il vaticinio. Infine per l’insistenza di Riccardo e dei presenti, predice al conte la morte per mano di un amico, colui che per primo gli stringerà la mano.
Tra lo stupore generale, Riccardo minimizza l’accaduto, mentre il popolo lo acclama.

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SECONDO ATTO


Amelia si reca alla ricerca dell’erba magica ed è raggiunta da Riccardo che le dichiara il suo amore; Amelia è scossa: anch’ella lo ama, ma non vuole tradire il marito. Questi preoccupato per l’incolumità di Riccardo, raggiunge i due ed intima a Riccardo di fuggire da quel luogo solitario. Prima di andare, il conte gli affida la donna (che copertasi con un velo, non è stata riconosciuta dal marito) dietro giuramento che egli non avrebbe tentato di scoprire chi fosse. Irrompono i congiurati stupiti al trovare Renato, che invano tenta di difendere la donna dalla loro curiosità di sapere chi sia. Nella concitazione della scena, ad Amelia cade il velo, fatto che suscita la rabbia e la desolazione del marito e la terribile ironia di Samuel, Tom e dei congiurati tutti. Sconvolto Renato dà appuntamento all’indomani a Samuel e Tom.

TERZO ATTO


Renato è fermo nel proposito di vendicare con il sangue la presunta infedeltà della moglie. La donna gli chiede di rivedere per l’ultima volta il figlio. Quindi, mosso da pietà, Renato decide di trarre soddisfazione con la morte dell’amico risparmiando la moglie. I sopraggiunti Samuel e Tom restano increduli quando vengono messi a conoscenza degli intendimenti di Renato e questi offre la vita di suo figlio come garanzia di sincerità. I tre deliberano che sia la sorte ad indicare chi di loro sarà l’esecutore dell’omicidio di Riccardo ed obbligano Amelia ad estrarre dall’urna il nome del prescelto: Renato. Giunge Oscar a portare gli inviti per il ballo in maschera. I tre convengono di sfruttare l’occasione per lo scopo prefissato, mentre Amelia pensa a come salvare il conte. Riccardo ha deciso di rinunciare all’amore per Amelia e prescrivere per lei e Renato il rimpatrio in Inghilterra. Oscar gli porge una lettera anonima che lo invita ad astenersi per sicurezza dal ballo, ma il conte, che vuole rivedere la donna almeno una volta ancora, si mostra incurante dell’avvertimento. Nel corso della festa, Renato riesce con l’astuzia a farsi dire da Oscar dietro quale travestimento si sia nascosto Riccardo. Nel frattempo Amelia, che ha raggiunto Riccardo per scongiurarlo di fuggire, da lui riconosciuta, riceve l’estremo addio. Egli fa appena a tempo a concludere il dialogo con la donna, che viene raggiunto dal pugnale di Renato. Questi viene arrestato ma Riccardo, morente, ordina che sia liberato. Dopo avergli mostrato il decreto di espatrio per lui e per Amelia, gli rivela che mai Amelia lo aveva tradito, quindi perdona tutti i congiurati. I presenti benedicono la magnanimità del conte.
Renato resta solo con il rimorso.

 
 
 
 
 
 
 
 
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