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Nabucco

OPERA ОПЕРЫ OPÉRAS > OPERE IN ITALIANO

testo completo dei quattro atti dell'opera
con iniziale breve riassunto di ogni atto

Nabucco
Dramma in quattro atti
Libretto di T. Solera
Musica di Giuseppe Verdi
(1813 - 1901)

Prima rappresentazione
Milano - Teatro della Scala
9 marzo 1842

76 pagine - Formato 12 x 21
Disegno di copertina di Felice Naalin

Prezzo € 5,00








PERSONAGGI




Nabucodonosor,

re di Babilonia ..........................-....
Baritono
Ismaele,
nipote di Sedecia,
Re di Gerusalemme ..........---..... ...
Tenore
Zaccaria,

gran pontefice degli Ebrei ......... -....
Basso
Abigaille,
schiava, creduta figlia
primogenita di Nabucodonosor ...-...
Soprano
Fenena,

figlia di Nabucodonosor...................
Soprano
Il Gran Sacerdote di Belo .........----..
Basso
Abdallo,

vecchio ufficiale di Nabucodonosor ..
Tenore
Anna,

sorella di Zaccaria .........................
Soprano

Soldati babilonesi,  Soldati ebrei, Vergini ebree
Leviti, Donne babilonesi, Magi
Grandi del Regno di Babilonia, Popolo


Il primo atto si svolge a Gerusalemme,
gli altri si svolgono nella città di Babilonia.



PRIMO ATTO


La vicenda si svolge a Gerusalemme, assediata da Nabucodonosor. La città è prossima a cadere nelle mani dell’esercito assediante.
Gli Ebrei, i Leviti e le Vergini si sono rifugiati nel tempio di Salomone e temono per la sorte avversa.
I Leviti, sacerdoti della tribù di Levi, invitano le Vergini a pregare il Signore affinché si plachi il furore del nemico e venga risparmiato il popolo di David.
Nel tempio entrano Zaccaria, Gran Pontefice degli Ebrei, Fenena, figlia di Nabucodonosor ed ostaggio degli Israeliti e Anna, sorella di Zaccaria. Zaccaria comunica ai presenti di possedere un bene prezioso per la loro salvezza e per la pace: Fenena la figlia del re nemico.
Zaccaria citando l’esempio di Mosè in Egitto e di Gedeone e dei suoi cento guerrieri invincibili perché fiduciosi di Dio, cerca di rassicurare tutti e li invita ad avere a loro volta fiducia nel Signore.
L’euforia e l’entusiamo per le parole di Zaccaria vengono interrotte dall’entrata di Ismaele, nipote di Sedecia re d’Israele, che accompagnato da un gruppo di soldati ebrei comunica che il re assiro è ormai giunto e che con la forza del suo esercito sembra sfidare tutti, certo della sua imminente vittoria. Ma Zaccaria nell’incrollabile fiducia in aiuto Divino, si dice sicuro che l’idolo assiro Belo sparirà nella battaglia come sparisce la notte davanti al sole.
Tutti, infervorati dalle parole e dalle certezze di Zaccaria escono per affrontare e combattere il nemico. Nel tempio resta Ismaele con Fenena alla quale rinnova l’offera del suo amore ma lei, risponde come si possa parlare di sentimenti nel giorno dell’ira e della vendetta. Ismaele le ricorda il momento del loro incontro, quando come ambasciatore si era recato a Babilonia e come lei, con grande rischio l’aveva liberato dalla prigionia in cui si trovava avendo rifiutato l’amore di sua sorella Abigaille.
Le dice inoltre che ora, a ruoli invertiti, sarà lui, infrangendo come lei a suo tempo fece il patto di lealtà verso la patria, a salvarla.
I due vengono sorpresi da soldati Babilonesi travestiti da ebrei e guidati da Abigille la quale dopo aver loro
annunciato che il tempio era ormai caduto nelle loro mani, li accusa di tradimento verso le reciproche patrie. Ancora innamorata, Abigaille, invita Ismaele ad amarla promettendogli di salvare il suo popolo ma lui rifiuta e Fenena si unisce a lui invocando il Dio di Israele come unico e vero.
Intanto il tempio si riempie di uomini, donne ebrei, leviti e soldati incalzati dal nemico, compreso Zaccaria accompagnato dalla sorella Anna.
Mentre tutti piangono e si disperano per la sanguinosa rovina dovuta alla fulminea avanzata di Nabucodonosor, Abigaille, che insieme ai suoi, travestiti da ebrei, aveva aperto le porte, permettendo al nemico di entrare, si rivela gridando: viva Nabucco.
Irrompono nel tempio i soldati babilonesi seguiti dal superbo vincitore Nabucodonosor orgogliosamente a cavallo. Ad ostacolarlo prova Zaccaria che afferra Fenena e brandendo minacciosamente un pugnale minaccia di ucciderla se lui, Nabucodonosor, profanerà il tempio. Anche Fenena invoca la pietà del padre verso gli ebrei e Zaccaria ed Ismaele si uniscono a lei in questa richiesta chiedendo aiuto a Dio, ma il condottiero indica ai vinti di chinare il capo davanti al vincitore, dicendo che il Dio di Israele non è sceso in guerra e affermando che nessuno può resistergli, neanche il loro Dio.
Zaccaria capisce che nulla fermerà il vincitore, lo minaccia di uccidere la figlia Fenena, ma Ismaele, mosso dall’amore arresta il pugnale e la libera.
Nabucodonosor, senza più il timore di perdere la figlia ordina il saccheggio e la distruzione del tempio.
La scena si chiude con il tempio in fiamme, mentre Zaccaria ed il popolo maledicono Ismaele che li ha traditi liberando Fenena, scatenando così la distruzione del luogo sacro.





SECONDO ATTO



La scena si svolge nella reggia di Nabucodonor, a Babilonia.
Entra Abigaille disperata per aver scoperto di essere figlia illegittima
di Nabucodonosor. Entra anche Magi, il Gran Sacerdote del dio Belo e comunica ad Abigaille che Fenena, nel frattempo incaricata dal padre di reggere provvisoriamente il regno, manda liberi gli Ebrei prigionieri. Magi la invita a prendere il posto della sorellastra dicendole che tutto è stato preparato e che è già stata sparsa la notizia della morte di Nabucodonosor. Abigaille accetta e promette di essere forte e di scatenare una tremenda vendetta e di voler vedere le figlie del re prostrate ai suoi piedi.
Intanto, in un’altra sala della reggia Zaccaria con un Levita sta portando a Fenena, convertita al Dio di Israele, le tavole della legge e l’insegnamento di Dio affinché attraverso il suo esempio venga diffusa in tutta l’Assiria la verità di Dio, cancellando gli idoli ed i falsi dei.
Ismaele, intanto, cerca invano di convocare su indicazione di Zaccaria, i Leviti, i quali però non gli credono e lo insultano come traditore finché, giunto Zaccaria con Anna e Fenena, vengono da questi rassicurati con la notizia che ha salvato un’ebrea ma, improvvisamente, entra Abdallo, fedele ufficiale di Nabucodonosor, ad implorare Fenena di fuggire perché è giunta voce della morte del re e della presa di potere di Abigaille. Fenena, sconvolta, decide di unirsi agli Ebrei.
ma, nella sala piomba Il Gran Sacerdote di Belo con Abigaille ed il popolo di Babilonia che inneggia alla nuova regina. Abigaille, sentendosi forte pretende la corona da Fenena, aiutata dai babilonesi presenti.
Giunge però inaspettatto Nabucodonosor che pone sul annunciato che il tempio era ormai caduto nelle loro mani, li accusa di tradimento verso le reciproche patrie. Ancora innamorata, Abigaille, invita Ismaele ad amarla promettendogli di salvare il suo popolo ma lui rifiuta e Fenena si unisce a lui invocando il Dio di Israele come unico e vero.
Intanto il tempio si riempie di uomini, donne ebrei, leviti e soldati incalzati dal nemico, compreso Zaccaria accompagnato dalla sorella Anna.
Mentre tutti piangono e si disperano per la sanguinosa rovina dovuta alla fulminea avanzata di Nabucodonosor, Abigaille, che insieme ai suoi, travestiti da ebrei, aveva aperto le porte, permettendo al nemico di entrare, si rivela gridando: viva Nabucco.
Irrompono nel tempio i soldati babilonesi seguiti dal superbo vincitore Nabucodonosor orgogliosamente a cavallo. Ad ostacolarlo prova Zaccaria che afferra Fenena e brandendo minacciosamente un pugnale minaccia di ucciderla se lui, Nabucodonosor, profanerà il tempio. Anche Fenena invoca la pietà del padre verso gli ebrei e Zaccaria ed Ismaele si uniscono a lei in questa richiesta chiedendo aiuto a Dio, ma il condottiero indica ai vinti di chinare il capo davanti al vincitore, dicendo che il Dio di Israele non è sceso in guerra e affermando che nessuno può resistergli, neanche il loro Dio.
Zaccaria capisce che nulla fermerà il vincitore, lo minaccia di uccidere la figlia Fenena, ma Ismaele, mosso dall’amore arresta il pugnale e la libera.
Nabucodonosor, senza più il timore di perdere la figlia ordina il saccheggio e la distruzione del tempio.
La scena si chiude con il tempio in fiamme, mentre Zaccaria ed il popolo maledicono Ismaele che li ha traditi liberando Fenena, scatenando così la distruzione del luogo sacro.

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TERZO ATTO



Abigaille è seduta sul trono circondata dai Magi e dai Grandi del regno. Il popolo ed i soldati babilonesi cantano lodi alla loro Regina per il valore dimostrato.
Entra il Gran sacerdote che invita Abigaille ad ascoltare il suo popolo che vuole che tutti gli Ebrei siano uccisi e prima fra tutti la traditrice Fenena. Abigaille tergiversa, fingendo di aver degli scrupoli verso la sorella Fenena, quando entra Nabucodonosor, vestito in modo dimesso, seguito dal fedele Abdallo. Abigaille ordina che venga immediatamente riportato nelle sue stanze, Ma Nabucodonosor si ribella e si informa quale sia la sorte riservata a Fenena. La risposta di Abigaille non lascia dubbi: si è convertita al falso Dio, quindi merita la morte. Il sovrano deposto rivendica la sua paternità, ma Abigaille nega la grazia e si propone anche lei come figlia. Sdegnato il vecchio sovrano la chiama schiava e lei gli mostra il documento in cui stava scritta la sua condizione di schiavitù e lo strappa. Per lei vale più un trono di un padre.
Un suono di trombe annunzia l’inizio della strage degli israeliti condannati da Nabucodonosor che, scoperto di essere stato tradito, chiama le guardie che, già agli ordini di Abigaille, si apprestano ad arrestarlo. Egli chiede allora pietà per sé e per Fenena, rinunciado al trono. Ma Abigaille, accecata dal poterenon sente ragione e lo fa imprigionare.
Sulle sponde del fiume Eufrate intanto gli Ebrei, ridotti in schiavitù, lavorano e pensando alla patria lontana, intonano un canto che esprime tutto il dolore che provano per la lontanaza e la situazione in cui si trovano.



QUARTO ATTO



In una sala della reggia dove è stato confinato Nabucodonosor si sveglia da un sonno popolato da incubi e visioni. Proprio quegli incubi e visioni gli hanno aperto la mente ed ora vede chiaro in sé stesso e si lancia verso la porta per uscire, ma si accorge che è sbarrata. Nella sua mente si fa chiara la nuova realtà ed egli cadendo in ginocchio chiede perdono al Dio degli Ebrei, promette di ricostruire il tempio e di distruggere quelli del dio Belo. In quel momento la porta si spalanca ed entra Abdallo seguito dai sui soldati fedeli, i quali resosi conto delle intenzioni del loro re gli porgono la spada per riconquistare il trono e liberare Fenena. Piomba quindi nel tempio del dio Belo dove si trovano Zaccaria, Anna e Fenena, circondati dai sacerdoti di Belo, dai Magi e dalle guardie in attesa di essere sacrificati. Nabucodonosor ordina che l’idolo malefico sia abbattuto ma il simulacro cade colpito da una forza superiore. Nabucodonosor già di per sé convinto ed alla luce di quanto accaduto dichiara pubblicamente che tutto ciò è opera del Dio di Israele, libera i prigionieri ed annuncia che Abigaille si è avvelenata. Tutti gli obbediscono e rendono omaggio al Dio di Israele, quando entra Abigaille morente la quale chiede perdono a Fenena e chiamando Ismaele implora il re di concedere loro le nozze. Si rivolge quindi al vero Dio e mentre lo implora di non maledirla cade morta al suolo.


 
 
 
 
 
 
 
 
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